• Dott. Cristian Massi

ASD e SSD: esclusione IVA fino al 31 dicembre 2025

Come molto spesso accade, a ridosso della scadenza, è giunta la proroga delle novità IVA, introdotte dal D.L. 146/2021, che avrebbero dovuto già nell’anno 2025, modificare gli articoli 4 e 10 D.P.R. 633/1972 con l’obiettivo di far transitare da un regime di esclusione ad uno di esenzione le operazioni realizzate da Associazioni Sportive Dilettantistiche e Società Sportive Dilettantistiche nei confronti dei propri associati e/o tesserati.

L’obiettivo perseguito dal legislatore è quello di risolvere la procedura di infrazione n. 2008/2010 avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, per l’erroneo recepimento di alcune esenzioni iva per gli enti associativi e, in particolare, quelli sportivi, previste dalla Direttiva 2006/112/CE, che in ambito domestico sono state trattate come esclusioni dal campo applicativo dell’imposta.

L’evoluzione legislativa avrebbe dovuto segnare il passaggio dalle prestazioni escluse dall’ambito IVA (art. 4, comma 4 D.P.R. 633/1972) a quelle esenti (art. 10, D.P.R. 633/1972).

Tale cambiamento non avrebbe inciso dal punto di vista formale sui corrispettivi percepiti da tali enti per attività sportive, formative o didattiche rese ai soci o ai tesserati, ma avrebbe reso necessaria l’apertura della partita iva anche per quelle associazioni che fino ad oggi hanno operato esclusivamente con il Codice Fiscale, non avendo mai svolto alcuna attività di tipo commerciale.

Tale trasformazione avrebbe imposto una serie di adempimenti formali come la fatturazione elettronica, la registrazione delle operazioni, le liquidazioni periodiche dell’imposta e l’invio delle liquidazioni periodiche iva all’Agenzia delle Entrate, oltre alla Dichiarazione annuale iva.

Si tratta di una proroga, al 1° gennaio 2026, che non solo permetterà a queste organizzazioni di adeguarsi gradualmente alle nuove norme, ma che lascia spazio alla definizione di una disciplina più chiara, in linea con la normativa comunitaria.

Sul piano operativo, gli enti associativi potranno approfittare di tale lasso temporale per valutare le opzioni disponibili a fronte dei nuovi obblighi fiscali.

Si avrà l’opportunità di optare al regime speciale L. 398/1991 che consente la determinazione delle imposte su base forfetaria.

Tale opzione rappresenta una soluzione particolarmente vantaggiosa per le ASD e SSD di piccole dimensioni.

Altra alternativa è rappresentata dalla dispensa degli adempimenti ex art. 36-bis D.P.R. 633/1972.

Tale possibilità consente di non emettere fatture per le prestazioni esenti, salvo richiesta espressa da parte del cliente, mantenendo l’obbligo di registrare gli acquisti e di rispettare le procedure le liquidazioni periodiche e la dichiarazione iva.

Inoltre, gli enti che svolgeranno sia attività esenti, sia attività imponibili, saranno tenuti alla separazione contabile delle due tipologie di operazioni.

Ovviamente, non mancano alcuni dubbi interpretativi legati all’applicazione di tali regimi.

Tra le questioni più dibattute c’è quella relativa alla qualificazione dei corrispettivi che da esclusi diverranno esenti.

Infatti, con la Legge 398/1991, il rischio è che tali corrispettivi possano essere considerati di natura commerciale rientrando cosi tra le entrate soggette ad IRES ed IRAP.

Dott. Cristian Massi

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